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Il segreto dell’immortalità
Fin dagli albori l’uomo ha cercato di capire qual è il segreto dell’immortalità. Qualcuno lo ha ricercato in un amuleto antico, nel santo Graal, o nell’arca dell’alleanza, lo cercavano gli alchimisti ed i massoni. Per gli antichi greci o romani l’immortalità era solo degli Dei, per alcuni popoli del centro america esistevano fonti le cui acque potevano rendere immortali.
Qual è il segreto dell’immortalità?
L’unico vero segreto dell’immortalità sta nella nostra anima, in quella energia di cui siamo fatti, che non si distrugge ma può solo trasformarsi.
Ma qualche cosa che può allungare la nostra esperienza di vita terrena esiste davvero. Si tratta di un enzima, la Telomerasi.
L’enzima dell’immortalità
La Telomerasi è anche detto l’enzima dell’immortalità proprio perchè grazie ad esso vengono riparati i Telomeri, cioè le parti terminali dei cromosomi. Possiamo immaginare i Telomeri come dei cappucci che rivestono le quattro estremità dei bracci del cromosoma. Per analogia possiamo immaginare i Telomeri come i cappucci che rivestono la parte finale dei lacci delle scarpe per evitare che si sbrindellino.
Ricordiamo, in modo molto semplicistico ed adatto alla comprensione di tutti, che i cromosomi sono strutture filamentose che si trovano nel nucleo di tutte le cellule e sono formati dai geni (DNA). Ogni volta in cui la cellula si duplica (ricordiamo che all’incirca ogni tre giorni il nostro corpo rinnova tutte le sue cellule) i cromosomi perdono un pezzetto delle loro parti terminali cioè dei Telomeri. Ecco quindi che la Telomerasi serve a riparare le parti che vanno perse durante la duplicazione cellulare.
In assenza di Telomerasi i telomeri si accorciano sempre di più e quando la loro lunghezza scende al di sotto di una certa soglia (dopo 50/70 divisioni cellulari) si consumano definitivamente, si avvia la fase della senescenza cellulare e la divisione cellulare si ferma. Insomma, si invecchia e si muore.
La scoperta da Nobel del giorno di Natale del 1984
La scoperta della Telomerasi è avvenuta grazie agli studi di due scienziate americane, insignite del premio Nobel per la medicina nel 2009, Elizabeth Blackburn e Carol Greider. Fu proprio quest’ultima, allieva della prima, a scoprire la funzione della Telomerasi il giorno di Natale del 1984. Carol aveva solo 23 anni ed ancora non aveva conseguito il dottorato in biologia molecolare.
Oggi, 25 dicembre 2023, a distanza di soli 39 anni mi piace ricordare questa grande scoperta nel campo della medicina, simbolo di tante cose.
Una storia nella storia
Vale la pena leggere la storia di Carol Greider per capire come la determinazione, la passione e l’impegno portano a grandi risultati.
Carlo perse la mamma a soli sei anni ed ebbe grandi difficoltà scolastiche a causa della dislessia. Nonostante ciò ha saputo realizzare i suoi sogni persistendo.
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Chi o cosa attiva l’enzima dell’immortalità?
La domanda cruciale, che è ancora allo studio degli scienziati, è proprio questa: chi o cosa attiva l’enzima dell’immortalità?
Le ricerche hanno dimostrato che la Telomerasi si attiva nelle cellule germinali, in quelle staminali ed in quelle cancerose. In particolare in queste ultime la Telomerasi è proprio quella che consente alle cellule cancerose di replicarsi all’infinito perchè i loro telomeri non si accorciano grazie all’enzima dell’immortalità.
Che paradosso vero? L’elisir dell’immortalità che rende immortali proprio le cellule cancerose.
Gli studi hanno dimostrato che l’enzima dell’immortalità si attiva grazie ad uno stile di vita sano, al movimento di tipo aerobico e costante ed alla Meditazione.
Mentre è stato dimostrato che lo stress provoca un accorciamento dei telomeri. Una vita stressante porta ad un invecchiamento precoce a livello cellulare. Per questo è importante ridurre lo stress nella vita di tutti i giorni.
La Meditazione ci fa produrre la telomerasi
Gli studi sull’enzima dell’immortalità hanno confermato che proprio la Meditazione favorisce la produzione della Telomerasi. Praticarla con costanza ogni giorno, come anche avere una alimentazione equilibrata ed uno stile di vita non sedentario, garantisce una vita più lunga dei nostri telomeri e quindi delle nostre cellule, che possono replicarsi più a lungo prima di arrivare alla fase di senescenza.
La Meditazione è per tutti, non dovete immaginarla come qualche cosa di complesso e riservato solo ai santoni o guru, non è stare immobili per ore in strane posizioni. La Meditazione e la Mindfulness sono uno stato dell’essere, un modo di vivere diverso, che giorno dopo giorno ci consente di togliere il pilota automatico e di vivere l’attimo con consapevolezza.
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Nicoletta Cotugno
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